Ovindoli

Anche Ovindoli, situato sull’estremita meridionale dell’Altopiano delle Rocche a 1.379 metri di quota fu sede di un recinto fortificato italico posto a difesa dell’unico varco di comunicazione fra i Marsi ed i Vestini e che, probabilmente, furono distrutti durante la guerra sociale (90-88 a.C.). La permanenza del toponimo pagus, nei pressi del paese attuale, ci da comunque conferma di una presenza italica in questa località. Nei pressi di S.Potito sono stati rinvenuti i resti di un’importante villa romana, probabilmente appartenuta a Lucio Vero, ancora oggi oggetto di campagne di scavo. Due sono le ipotesi sull’origine del nome di Ovindoli: la prima riferita alla forma ovoidale, ancora oggi facilmente leggibile, del centro storico, l’altra riferita ad avis, pecora, legata alla tradizione pastorale di questa zona. Ovindoli ha sempre seguito le vicende storiche del Castello di Celano al cui contado apparteneva. Poche le permanenze storiche se si fa eccezione per la Porta Mutiati, e per la base della torre dell’antico borgo fortificato dove ora è collocato il monumento all’alpino. Questa torre era collegata con il sistema difensivo di avvistamento del Castello di Celano attraverso la torre di S.Potito e quella di S.lona. Le origini dell’attuale centro storico, vanno fatte risalire anche in questo caso tra l’XI ed il XIII secolo. È del 1222 la notizia secondo la quale il Conte Tommaso da Celano si ritirò ad Ovindoli incalzato da Federico II. Nel 1266 Carlo I d’Angiò riceve in pegno di un debito di Ruggero di Celano 6 castelli tra cui Ovindoli, debito che verra estinto nel 1270. Nel 1463 passa ad Alfonso Piccolomini con tutto il Contado di Celano e nel 1648 Ovindoli è tassato per 132 fuochi pari a circa 700 abitanti. Nel 1797 conta 800 abitanti ed appartiene al Duca Sforza Cesarini Cabrera. Con la costruzione della rotabile L’Aquila-Avezzano anche Ovindoli vede un periodo di sviluppo edilizio fuori le mura lungo la stessa nuova strada. Dall’inizio del secolo diventa mèta di assidua frequentazione soprattutto da parte del CAI di Roma il cui Presidente, Ing. Gustavo Giovannoni, si fece promotore della realizzazione della maggior parte dei rifugi montani dell’Appennino abruzzese, da Ovindoli, al Rifugio Sebastiani, ai rifugi del Parco Nazionale d’Abruzzo. Questa tradizione ha fatto di Ovindoli una vivace stazione di soggiorno estivo e di turismo invernale (Stazione di sci della Magnola).

 

 

Testo di "Saluti dall'Altopiano" di Giandomenico Cifani e Liberato Di Sano